«Voglio ribadire il dolore per questo incidente terribile. Non ho parole per descrivere la sofferenza. Faccio le condoglianze alle famiglie delle vittime fino ad ora accertate». Ha la voce rotta dal pianto Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato di Costa Crociere.
«Sono circa 1.100 le operatrici e gli operatori Costa che stanno lavorando per assistere i nostri ospiti e l'equipaggio, che deve essere rimpatriato», continua Foschi, «Oggi è questa la nostra priorità. Poi dobbiamo pensare al potenziale impatto ambientale che l'incidente rischia di provocare. Il relitto si trova su un fondale sabbioso e per ora non sembra essersi mosso. Ma c'è il timore delle mareggiate. In seguito penseremo alla rimozione del relitto. La nave è stata sequestrata dalle autorità, che è in possesso dei dispositivi che aiuteranno a capire come si sono svolti i fatti».
«L'azienda sarà vicino al suo comandante, ma ha il dovere di riconoscere i fatti: in questa tragedia l'errore umano è innegabile. Le nostre navi sono dotate di allarmi: se c'è uno spostamento di rotta, questo viene segnalato. Evidentemente è stata fatta una manovra che non era stata autorizzata. La nave, però, era a norma: il certificato di sicurezza Rina era stato rinnovato nel novembre 2011. Quello che è successo era imprevedibile».
«Non sappiamo se la Concordia sia persa per sempre oppure se sia possibile recuperarla. Per ora abbiamo valutato danni per 93 milioni di dollari. Senz'altro questo incidente avrà un impatto sull'industria delle crociere nel mondo, e ancor di più sulla nostra azienda. Ma sono sicuro che le conseguenze legate alla fiducia non perdureranno nel tempo».
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