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Serena Santorelli - Torna presto Giuseppe.


Ha lasciato ad un bambino il suo posto sulla scialuppa. Lettera aperta a Giuseppe Girolamo, musicista disperso.

Voglio raccontare di te. Del tuo cuore buono, Giuseppe. Non mi interessa parlare della crudeltà di chi avrebbe dovuto ma poi non ha fatto, di chi portava un titolo che non meritava. Voglio rivelare chi eri, sebbene io non t’abbia mai conosciuto. Eri già pronto a calarti sulla scialuppa, a dirigerti felice tra le braccia di chi certamente ti stava aspettando. All’ultimo minuto, però, qualcosa ti ha fatto cambiare idea. Lo sguardo di un bambino che si trovava a pochi passi da te e che su una scialuppa, probabilmente, non ci sarebbe più salito. Non hai ragionato a lungo, lo hai preso per mano e gli hai ceduto il tuo posto. Immagino che devi avere avuto paura, paura di aver ceduto la tua unica possibilità di salvezza. Ma immagino anche, e me lo dicono i fatti, che alla paura tu non abbia ceduto, perché più forte di tutto sarebbe stato portarti dentro il rimorso di quel bambino che non avevi salvato. Ti amo con tutto il mio cuore, Giuseppe. Sebbene non sappia nient’altro di te, se non tutto questo. Amo quello che hai fatto. La tenerezza e il coraggio con cui hai accompagnato quel bimbo sulla via di ritorno verso casa, ben sapendo che quella era la stessa strada che avrebbe portato a casa anche te. Hai scelto lui. I suoi occhi innocenti, la sua vita iniziata da troppo poco tempo per rischiare di finire così. E mentre tutti ti cerchiamo, mentre sentiamo forte il grido di disperazione dei tuoi cari che non perdono la speranza, voglio pensare che tu a quel bambino abbia chiesto di portarci un messaggio. «State tranquilli, perché qualunque cosa accada, questo bimbo che è tornato, vi dice che il mio gesto ha avuto un senso. La mia vita ha avuto un senso. Perché bisogna smetterla di vivere soltanto per se stessi». Torna presto, Giuseppe.

18 Gennaio 2012


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